Stellantis, incubo a Cassino: a rischio molti posti di lavoro

Il 2024 è un anno da incubo per il gruppo Stellantis, ed a farne le spese sono i lavoratori. Ecco cosa sta accadendo a Cassino.

Che il settore automotive sia in crisi nera è un dato di fatto, ma per alcuni, la situazione è ben peggiore rispetto ad altri. Questo è il caso del gruppo Stellantis, che sta vivendo un 2024 da mani nei capelli, con crolli di produzione, vendita ed introiti senza precedenti, rispetto ad un 2023 che, invece, era stato tutto sommato positivo.

Stellantis disastro a Cassino
Stellantis logo (Adobe Stock) – Adiva.it

Gli stabilimenti della holding multinazionale olandese situati in Italia versano quasi in uno stato di abbandono, a causa dei pochi ordini per le auto che vi vengono prodotte. Già lo stabilimento di Mirafiori ha subito un pesante stop alla produzione, ed ora Stellantis ha scelto di prolungare lo stop anche per quello di Cassino, nel Lazio. Vediamo nel dettaglio cosa sta accadendo.

Stellantis, situazione nera anche a Cassino

La notizia era nell’aria da giorni, ma ora è arrivata l’ufficialità. Il sito di produzione di Cassino non riaprirà il 9 di settembre, e tutto è stato rimandato ad una settimana più tardi. Il motivo è la mancanza di ordini per le vetture che vengono prodotte in questo stabilimento, vale a dire l’Alfa Romeo Giulia, la Stelvio e la Maserati Grecale. Non è un caso, infatti, che le vendite della casa di Arese siano crollate durante il 2024, e la stessa cosa è valida anche per il Tridente, all’interno di una situazione che è a dir poco disperata, soprattutto per chi lavora in questi luoghi.

Carlos Tavares situazione delicata
Carlos Tavares CEO di Stellantis (ANSA) – Adiva.it

Pensate che lo stabilimento di Cassino è ormai chiuso dal 31 di luglio scorso, un lungo mese di stop che pesa e non poco sulle tasche degli operai. I sindacati hanno ovviamente detto la loro su quanto sta accadendo, con le parole di Mirko Marsella, il segretario di Fim Cisl: “Stiamo battendo tutti i record negativi nella storia di questo stabilimento. Il grido di allarme lo abbiamo lanciato quando c’era stato il tavolo in Regione, ma anche al ministero, ed ora a livello territoriale“.

Marsella ha poi aggiunto: “Dal mio punto di vista, c’è estremo bisogno di chiarezza per gli stabilimenti italiani, anche in chiave futura. Occorre capire i tempi e le strategie per i prossimi anni, perché questa è una bomba ad orologeria con il timer in scadenza“. Stellantis non può temporeggiare, perché la produzione in Italia è ormai calata a picco. E tutte le scelte fatte si sono rivelate fallimentari sino ad oggi.

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